10 marzo 2012

Due minuti.

A sei mesi di età i bambini diventano stressati quando non ottengono l'attenzione che loro sentono come necessaria.
I livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, spiccano il volo quando sono ignorati dalla madre - anche per soli due minuti - e anche il giorno dopo sono preoccupati per timore che la cosa accada di nuovo.
Ripetuti episodi di stress potrebbero avere un effetto enorme sulla salute di un ragazzo e lungo il corso della sua vita.
Queste sono le conclusioni alle quali sono giunti dei ricercatori canadesi che hanno studiato 31 madri con i loro bebè di 6 mesi di età.

Mamme e bambini sono stati divisi in due gruppi. Le mamme del primo gruppo hanno parlato e giocato come di consueto con i loro bimbi. Ogni tanto intervallavano per due minuti il loro gioco e semplicemente guardavano sopra la testa del loro bambino, mantenendo il viso privo di emozione.
Le madri del secondo gruppo invece non dovevano fare niente di speciale, semplicemente continuavano a parlare e giocare con i loro bimbi.
Il giorno dopo le madri tornavano al laboratorio.
I ricercatori hanno prelevato campioni di saliva, all'inizio della sessione, a 20' e 30', e hanno scoperto che i livelli di ormone dello stress, il cortisolo, saliva alle stelle quando i bambini venivano ignorati dalle loro madri. Il giorno dopo, tornando al laboratorio, i livelli di cortisolo tornavano a salire di nuovo prima ancora che le madri li ignorassero come nel giorno precedente.
Il gruppo di bambini che non sono stati ignorati, non ha modificato i livelli di cortisolo né il primo né il secondo giorno di laboratorio.
Il dr. David Haley, ricercatore dell'Università di Toronto, ha dichiarato: "I risultati suggeriscono che i neonati umani hanno la capacità di produrre una risposta anticipata di stress che si basa sulle aspettative di come i loro genitori li trattano in un contesto specifico."

Viene subito in mente il metodo Estivill, per far addormentare i bambini, basato sull'ignorare il bambino per pochi minuti (spesso più di due) fino a quando non imparano a dormire da soli, o meglio finché non imparano che non c'è bisogno di chiamare i genitori, perché purtroppo non sarà possibile ottenere la risposta che sentono di doversi aspettare.

Rispondere al pianto del bimbo non significa viziarlo (o non educarlo), significa amarlo. Significa guardare il mondo dalla prospettiva di un neonato - e dei suoi bisogni - piuttosto che dalla nostra. Semplice, no?

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